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La posizione della ministra Mogherini sull’Ucraina: troppo fragile per la presidenza di turno dell’Unione
Data: 21/07/2014 | Categoria: Press | Pubblicato da:
    




La timidezza del ministro Mogherini verso la Russia indebolisce sia l'Italia sia l'Europa sia la ricerca della verità sul tragico attentato all'aereo della Malaysia Airlines. È ora di dimostrare leadership e non acquiescenza; difesa dei valori dell'Occidente e non cerchiobottismo.


Domani, martedì 22 luglio, la Ministra agli Affari esteri, Federica Mogherini, dovrà affrontare a Bruxelles un Consiglio dei ministri europei degli Affari esteri che reca in agenda il caso ucraino e la questione del volo  della Malaysia Airlines MH17 caduto sulle zona ucraina occupata dai  separatisti filo-russi. Per una ministra candidata alla carica di Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, e per una ministra della Repubblica italiana, la preparazione della riunione del Consiglio si sta svolgendo con difficoltà. 

Da un lato i colleghi europei procedono per conto loro, come nel caso del comunicato congiunto del 19 luglio dei ministri degli esteri polacco, francese e tedesco sulla necessità di un’inchiesta internazionale e sull’accessibilità dei luoghi del disastro, che richiamava il precedente comunicato dell’attuale Alta Rappresentante, Catherine Ashton: il comunicato della nostra ministra è arrivato solo successivamente, come per rimediare ad un assurdo silenzio, come una eco dell’eco. Dall’altro lato, sui contenuti, la nostra Ministra è in difficoltà nel condividere la formazione della posizione comune europea, proprio con il ruolo politico che grava sulla presidenza di turno dell’Unione, e su un tema così delicato e grave. Se si guarda alla determinazione, pur nello stile diplomatico, del Foreign Office, del Quai d’Orsay, e degli altri ministri europei, la posizione della ministra Mogherini è collocata due passi indietro, al seguito degli accadimenti e delle iniziative altrui. 

Anche la telefonata con il Segretario generale dell’OSCE, Lamberto Zannier – che il ministro francese degli esteri, Fabius aveva già ricevuto personalmente sulla questione ucraina prima della tragedia, il 9 luglio scorso - non è servita a incoraggiarla ad una posizione politica chiara. Nell’ultimo comunicato della Ministra Mogherini si registra ancora l’omissione della richiesta alla Russia di esercitare adeguate pressioni sui separatisti, affinché assicurino il pieno accesso al sito del disastro e quindi la possibilità di realizzare una sostenibile inchiesta internazionale. Un’omissione che tra i colleghi europei è facilmente collegata all’eccessiva condiscendenza verso i separatisti, com’era stata già annotata dalla stampa e dalle cancellerie un’esplicita dichiarazione in questo senso sull’Ucraina, registrata dall’agenzia di stampa russa Itar-Tass a seguito della visita della Mogherini a Mosca.

Al Consiglio degli Affari esteri dell’Unione di domani martedì 22 luglio, la nostra Ministra porterà una posizione non già prudente, ma debole, di secondo piano e in parte persino ambigua: certamente incompatibile con la candidatura ad Alto Rappresentante, ma anche di fragile immagine per il nostro Paese, che si trova oggi a guidare la presidenza dell’Unione. Un caso che testimonia come alla prudenza diplomatica occorra affiancare anche guida politica, che richiede iniziativa e competenze, oggi purtroppo smarrite. 

Un insieme di fatti che impongono un ripensamento non soltanto sulle candidature italiane ai posti di vertice dell’Unione europea, ma forse anche sulla guida della Farnesina.



    
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